La Corte di Cassazione, con una recente sentenza di quest’anno, ha affermato che anche un “matrimonio lampo” può dare diritto all’assegno di mantenimento.
I protagonisti: un marito con una situazione economica e patrimoniale molto agiata, caratterizzata da un prestigioso patrimonio immobiliare e una moglie che ricopre la posizione di primario ospedaliero.
Il Tribunale di Montepulciano riconosceva alla moglie un assegno divorzile di circa 1.000,00 euro al mese, in considerazione del rilevante divario economico e patrimoniale tra le due posizioni reddituali.
La Corte d’Appello di Firenze confermava la sentenza di primo grado in considerazione del fatto che il patrimonio immobiliare del marito costituiva rappresentava grande disponibilità di risorse economiche, ritenendo quindi che, sulla base delle stesse, poteva determinarsi il mantenimento in favore della moglie.
La Corte, nell’esaminare il caso, ha ritenuto che la donna durante il matrimonio avesse goduto di un tenore di vita più elevato rispetto al tenore di vita successivo alla separazione.
L’aspetto interessante della vicenda che però ha costituito oggetto della pronuncia della cassazione è rappresentato dalla breve durata del matrimonio. La Cassazione ha ritenuto che la durata del matrimonio non influisce sull’assegnazione o meno dell’assegno di mantenimento ma funge da parametro per operare una sua quantificazione.
Nel caso di specie, considerato il notevole dislivello economico tra le parti, se il matrimonio avesse avuto una durata più lunga, anche l’importo dell’assegno di mantenimento sarebbe stato più alto.
La Corte ha così rigettato il ricorso proposto sancendo un importante principio in ordine alla necessità di prevedere sempre (quando ne concorrono i presupposti) l’assegno di mantenimento anche in situazioni in cui il vincolo matrimoniale sia stato di breve o brevissima durata.