La legge di stabilità del 2016 (legge 208/2015) aveva previsto un Fondo di Solidarietà in favore del coniuge bisognoso con il quale convivono figli minorenni o gravemente disabili, nel caso in cui l’altro coniuge, obbligato al pagamento di un assegno di separazione in favore dei figli, si fosse reso moroso.
Il decreto ministeriale attuativo della disposizione di legge (DM 15.12.2016) è stato emanato, al solito, con molto ritardo rispetto al termine originariamente previsto e solo dal 13 febbraio 2017 è possibile presentare la domanda presso i tribunali abilitati a riceverla, non tutti ma solo alcuni tra i quali Firenze.
Legittimati a presentare la domanda saranno quei coniugi, separati, cui competa l’assegno per il mantenimento dei figli con essi conviventi. Attenzione: solo i coniugi separati e non i divorziati, o l’unito civilmente, o l’ex convivente di fatto. Perché questa limitazione? Semplice. Perché lo dice la legge che, con dubitabile scelta, ha previsto questo beneficio solo per i separati e non anche per i divorziati, suscitando seri dubbi di costituzionalità ed aprendo così la strada ad eccezioni di incostituzionalità e quindi all’esame da parte della Consulta.
Non solo sono esclusi i divorziati ma anche altre categorie di soggetti quali l’unito civilmente o il convivente di fatto. Infatti la norma si riferisce solo alla violazione dell’obbligo di corresponsione dell’assegno di separazione, non di divorzio, e come sappiamo l’unito civilmente non può essere separato ma solo divorziato, mentre il convivente di fatto né l’uno né l’altro.
Il coniuge ricorrente dovrà dimostrare non solo di trovarsi in stato di bisogno e cioè di non poter provvedere al mantenimento dei figli (autocertificazione), ma anche di aver avviato infruttuosamente le procedure esecutive verso il coniuge obbligato, in altri termini deve dimostrare almeno un pignoramento infruttuoso. Infine, il richiedente, dovrà indicare l’entità della inadempienza del coniuge obbligato al pagamento dell’assegno.
I fondi messi a bilancio sono molto esigui (500.000 mila euro per il 2017) e la procedura, come al solito, abbastanza macchinosa, per cui è facile profezia ritenere che il beneficio sarà di scarsa se non nulla utilità.