La lunga marcia verso una sostanziale equiparazione, quantomeno sotto l’aspetto dei diritti e dei doveri della coppia, tra la famiglia di fatto è quella di diritto, che si fonda cioè sul matrimonio, pare essere inarrestabile.
La recente sentenza della cassazione n. 6855/2015, ha aggiunto un nuovo tassello allorché ha affermato che l’ex coniuge, titolare di un assegno divorzile, lo perde nel caso in cui si rifaccia una nuova famiglia, anche se di fatto. La corte ha quindi equiparato, anche se ai soli fini del mantenimento o meno dell’assegno di divorzio, la famiglia di fatto a quella di diritto.
È giusto che sia così, nel caso in cui, come ha statuito la cassazione in questa ma anche in altre precedenti pronunce, la famiglia di fatto abbia i connotati della convivenza more uxorio, ossia sia caratterizzata da continuità e stabilità, con ciò distinguendosi dalla pura e semplice convivenza extraconiugale.
Ebbene, nel caso di convivenza more uxorio, i diritti e i doveri tra i conviventi sono del tutto simili a quelli che esistono tra i coniugi, anche per quanto riguarda le conseguenze penali della condotta illecita, ad esempio la violazione dell’arte. 570 c.p. che punisce la violazione degli obblighi di assistenza familiare.
Il prossimo passo dovrà essere quello del pieno riconoscimento del diritto del convivente più debole ad un assegno di separazione, proprio come avviene nell’ambito della famiglia di diritto.